venerdì 25 novembre 2011

CAVALLI – crescita e formazione nella natura selvaggia


L’esordio alla regia di Michele Rho non poteva essere più insolito per la moderna cinematografia italiana: la storia è ambientata alla fine dell’800 in un paesino degli Appennini, con ambientazione un casolare desolato in una prateria, per nulla vicino al centro abitato. In questo casolare abitano Alessandro e Pietro, due fratelli di undici e tredici anni diversi come la notte e il giorno ma legati da un affetto indissolubile e da una voglia di vivere come animali selvaggi nella natura in cui stanno crescendo, spensierati e liberi di godersi ogni momento tra tuffi nel fiume, corse con i carretti e scorribande varie. L’evento che interromperà di colpo la loro adolescenza spensierata è la morte della giovane madre e da questa tragedia prende spunto il loro padre burbero e severo per provare a farli crescere rendendoli responsabili: così vende gli ultimi averi della famiglia per comprare due puledri non ancora domati e li regala ai figli dicendogli che da quel momento il loro compito sarà accudire, allevare e ammaestrare quei cavalli “selvaggi” oltre che imparare a galopparli. Con l’aiuto di uno stalliere della zona i due fratelli cominciano il loro percorso di crescita e di scoperta della natura dei cavalli non tanto diversa dalla propria: con la maggiore età Alessandro si sentirà come un animale in gabbia voglioso di oltrepassare quegli insormontabili Appennini per vivere altrove la propria vita, mentre Pietro innamoratosi della figlia del farmacista, Veronica, non vede l’ora di sposarla e di fare l’allevatore nella prateria che lo ha visto crescere. Seppure le enormi differenze tra i due portano i desideri e le aspirazioni a dividere le loro strade, gli affetti familiari e il sentimento profondo che li lega li unirà nelle prove più difficili da affrontare per tenere in piedi i loro sogni.
La neonata casa di produzione Settembrini Film ha azzardato non poco decidendo di cominciare l’avventura cinematografica producendo un’opera come Cavalli (tratta dall’omonimo racconto di Pietro Grossi), ma è stata ripagata dalla buona accoglienza ricevuta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2011; del resto il lavoro di Michele Rho è ben fatto, e l’intenzione di veleggiare tra l’ambientazione da western bucolico a quella del melodramma di formazione rende la rappresentazione originale anche perché alcuni momenti vengono esaltati da bellissime immagini simboliche del confronto tra uomini e animali nella natura selvaggia. Un plauso a Vinicio Marchione (il Freddo del Romanzo Criminale televisivo ma soprattutto il bravissimo interprete di 20 Sigarette) e Michele Alhaique, i due protagonisti della pellicola che anche se alla lontana ricorda un film del ’92 di Robert Redford, In Mezzo Scorre Il Fiume.


Pasquale De Renzis

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